anno 2009

Per la seconda volta

sul Cammino di

Santiago di Compostela.

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Quest’anno non è stato mio marito a chiedermi di andare con lui sul Cammino, ma era un impegno che ci eravamo riproposti al ritorno dal nostro primo viaggio.

 

 

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Un pellegrinaggio ha sempre dei momenti di riflessione e credetemi quando si è soli in quei luoghi sperduti come il cammino del nord, si vivono emozioni che non si provano nella vita di tutti i giorni.

Il cammino si snoda sulla costa della Spagna, in parte sull’oceano atlantico. Quell’oceano che ogni tanto mio marito per distrarmi dalla fatica delle salite scherzosamente diceva che era il “suo” e spesso mi indicava con il dito dove fosse New York. Infatti nel 2008 in quel periodo eravamo esattamente dall’altra parte, ma quella è un’altra storia.

 

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In quei luoghi, al contatto con moltissimi pellegrini nella maggior parte giovani, i quali scelgono di fare il cammino a piedi, è come vivere al di fuori del mondo. Un mondo fatto di piccole cose, non si notano e non si vedono differenze o ceti sociali. In quei luoghi di fede e di pace si è tutti uguali.

 

Si dorme negli “albergue del pellegrino”. Come si arriva c’è “l’ospitalero” che chiede la “credenziale” per la registrazione: nome, cognome data di nascita e il perchè si fa il cammino. Alla domanda sulla data di nascita mio marito chiedeva sempre se cerano altri sessantenni sul cammino. Quella domanda in parte non mi piaceva, ma in parte ero contenta di sentirmi dire che ero la sola di quell’età. Mio marito rispondeva che era il suo regalo per i miei sessant'anni.

 

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Ma noi non eravamo lì per quello. Prima e dopo cena ci si ritrova con gli altri pellegrini dopo una giornata di cammino. Ci si racconta la giornata, ci si chiede il perchè si è li sul cammino piuttosto che altrove. Non si è li per fuggire da qualcosa o da qualcuno, ma si è li perchè solo in quei luoghi, puoi trovare quei momenti di pace, serenità e tranquillità che quando sei a casa nella vita quotidiana è impossibile ritagliarsi.

                                                                        Marisa

 

Anche questa volta mia moglie è stata bravissima. Lei che va in bici solo il sabato e la domenica ha percorso 900 km in otto giorni con più di 9000 metri di dislivello. E’ pur vero che non siamo partiti allo sbaraglio, non eravamo al nostro primo viaggio, ma le difficoltà del percorso, il carico delle borse sulle bici anche se avevamo il minimo indispensabile il bagaglio pesava più di 32 kg. ed in salita si facevano sentire. Più volte ci ha costretti a soste non programmate. Soste che ci hanno permesso di ammirare splendidi panorami. E l’arrivo sulla piazza di Santiago, la vista della cattedrale ci ha ripagato di tutte le difficoltà del viaggio. Il nostro cammino inizia mercoledì 5 agosto con un lungo viaggio in auto da casa ad Irun, paese sul confine della Spagna con la Francia, da dove parte il cammino del nord il più antico e forse il primo che ha percorso san Giacomo.

 

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Dopo aver sistemato la macchina in un parcheggio speriamo sicuro rimarrà li fino al nostro ritorno che non sappiamo quando sarà, abbiamo preparato le nostre bici con molta cura saranno le nostre compagne di viaggio fino a Santiago. Trovato l’albergo del pellegrino ci siamo procurati la “Credenziale” che ci permetterà di dormire negli alberghi ed alla fine certificherà il nostro cammino. Dopo aver cenato, un improvviso temporale ha interrotto la nostra passeggiata per IRUN e ci ha costretti al rientro anticipato. Abbiamo fatto conoscenza con i nostri compagni di camerata, una coppietta di giovani. E’ stata l’unica camera con 4 posti letto che abbiamo trovato su tutto il cammino. Abbiamo chiacchierato poco, la stanchezza del viaggio ha fatto si che alle 22 si spegnessero le luci e tutti a letto.

 

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Giovedì 6 agosto sveglia alle 6. Ci vuole tempo per gli ultimi preparativi e la colazione, poi alle 7,32 siamo partiti. Prima di partire continuavo a controllare le bici aspettavo che qualcuno partisse prima di noi ma nessuno si muoveva. E’ in quei momenti che mia moglie sa leggere nei mie pensieri: “Cosa continui a controllare partiamo o no!” Dopo un ultimo controllo alla carta di viaggio si parte, lasciato alle spalle Irun appena prima di San Sebastiàn ecco la prima foratura alla ruota anteriore di Marisa. L’altra volta aveva forato l’ultimo giorno, questa volta il primo, così siamo apposto per tutto il viaggio, ha indovinato.

Dopo 110 km e 900 metri di dislivello siamo a Markina.

 

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Venerdì 7 agosto partiamo alle 7,58 ci vuole sempre troppo tempo al mattino per rimettere il tutto nelle borse, lenzuola sacco a pelo, salviette; farci stare tutto quello che si è tolto la sera è un impresa. Chi cammina si veste uguale sia di giorno che di sera, noi in bici abbiamo abbigliamento da ciclista, pertanto doppio vestiario poi caricare il tutto sulla bici legarlo in modo che non si muova richiede tempo. I primi giorni ci vuole molto di più, poi ci si prende la mano e va meglio. Ma siamo un po' preoccupati: il cielo è minaccioso, dobbiamo fare un bel pezzo di salita e si mette a piovere un pioggerella che non disturba più di tanto, siamo attrezzati: abbiamo il giubbino in goretex così rimaniamo asciutti. Oggi abbiamo lasciato in parte la costa per passare da Bilbao. Ci siamo fermati un bel pò ma ci vorrebbe più tempo per visitarla, ma noi siamo presi dal nostro cammino: la nostra meta è Santiago.

Arriviamo a Pobena dopo 95 km e 840 metri di dislivello.

 

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Sabato 8 agosto si parte alle 7,38. Volevamo partire un pò prima perchè, oggi arriveremo a Santander, un bella città e vorremmo farci un bel giro ma sarà che è il terzo giorno e la fatica comincia a  farsi sentire e ogni tanto il dubbio di non farcela ci assale, senza dircelo più volte abbiamo pensato di rinunciare noleggiare un auto e tornare a Irun. Ci salva il magnifico panorama e le condizione del tempo mai caldissimo sempre lì per lì che si metta a piovere, ma  poi ritorna il sole, un clima ideale per andare in bicicletta. E’ il percorso che rallenta il nostro pedalare. Lo credevamo pianeggiante essendo sul mare invece si rivela difficile con tutti i saliscendi senza un attimo di respiro. Ci salva la traversata con il traghetto che ci porta a Santander. Trovato l’albergo del pellegrino mia moglie sale per vedere se c’è posto io l’aspetto sotto due rampe di scale con le borse se non ci fosse posto non ho voglia di farle. Marisa tarda ad arrivare quando scende la bella notizia c’è posto e “l’ospitalero” è italiano, di più “napoletano”. In mia presenza in cambio di un bacio da Marisa ci riserva un bel posto ventilato. Grazie Vittorio. Alla sera dopo cena passeggiata sotto la pioggia e speriamo che domani ci sia bel tempo.

Arrivo a Santander dopo 96 km con 970 metri di dislivello.

 

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Domenica 9 agosto ore 7,53 lasciamo Santander in compagnia di tre ragazze che iniziano li il loro cammino. Sono arrivate in aereo ed hanno comprato le bici in Spagna. Chissà mai se saranno arrivate alla loro meta. Non erano mai salite in sella ed avevano davanti a loro 600 km. Rimaniamo con loro pochi km a malincuore ci avviamo la nostra meta è Llanes. ma purtroppo anche per noi la fatica si fa sentire e ci dobbiamo fermare a Colombres

Dopo 82 km con 1030 metri di dislivello.

 

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Lunedì 10 agosto ore 7,48 la strada fino a Llanes. tranne un strappetto. è favorevole. Il riposo di ieri si fa sentire e la nostra pedalata è sciolta, si va che è un piacere, in un baleno abbiamo davanti ai nostri occhi un spettacolo bellissimo l’Avenida de San Pedro e poco dopo La Isla, la spiaggia della Vega. Ci fermiamo e riposiamo un pò, ci aspetta la valle di Peòn, oltre c’è Gijon, la nostra meta per il quarto giorno. In un pezzo in salita squilla il mio cellulare, - Cecilio sono Gianfranco Fanton vieni stasera in comitato che c’è l’amico Giacomo Mora che vuole andare a Roma in bicicletta e vuole informazioni sul percorso, e facciamo un'itervista per BG TV. Salutami Giacomo ma purtroppo non posso sono in pellegrinaggio a Santiago. Quando arriva una telefonata sembra che accorci la strada, arriviamo tranquilli a Gijon. Ormai siamo a più della meta del nostro viaggio.

Arriviamo a Gijon dopo 136 km con 1240 metri di dislivello.

 

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Martedì 11 agosto ore 7,52 sarà strano ma partiamo sempre più o meno a quell’orario, ormai al mattino fare i bagagli è una formalità. Tutte le mattine mia moglie mi fa i complimenti per come sistemo il bagaglio sulle bici, le nostre compagne di viaggio che fin ora non hanno dato segni di cedimento. Dopo la tensione dei primi giorni ora è bello partire anche se non sappiamo dove mangeremo, dove dormiremo e chi incontreremo. La nostra meta per oggi è Luarca-Alnuna e ci arriviamo, ma purtroppo c’è un solo posto per dormire e decidiamo di fermarci comunque, vorrà dire che io dormirò su un materasso di fortuna. Girando nella camerata vedo che ci sono delle valige sui letti, mai visto dei pellegrini a piedi con delle valige, all’arrivo avevo notato un pullmino ma credevo fosse quello della scuola invece erano dei pellegrini giunti lì con il loro mezzo ed avevano occupato tutto. All’arrivo del responsabile li ha fatti spostare,  la precedenza  è per chi arriva a piedi e chi in bici: quella notte ho dormito benissimo.

Arrivo ad Almuna dopo 122 km e 1425 metri di dislivello.

 

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Mercoledì 12 agosto  ore 7,52 oggi arriveremo in Galicia, la regione famosa per il suo piatto tipico il polipo. E’ l’ultimo giorno che costeggeremo l’oceano e questo ci spiace. La prima parte del percorso è bellissimo fino a Ribadeo, il panorama è stupendo. L’unica cosa che spiace è che da quando siamo partiti da Irun abbiamo trovato pochissime chiese aperte, per non dire nessuna; noi siamo in pellegrinaggio ed il pellegrino ha bisogno di luoghi per fermarsi a pregare e meditare, in assenza di chiese quando ci fermavamo per mangiare più volte abbiamo detto il santo rosario. Tutte le mattine alla partenza Marisa diceva l’Avemaria alla Madonna delle Rose protettrice dei pellegrini. E noi li eravamo pellegrini. A Ribadeo abbiamo attraversato il ponte De Los Angeles, un ponte bellissimo e da lì in poi abbiamo lasciato il mare non prima di esserci fermati a gustare un bel piatto di polipo. Da Laurenzà a Gontàn, dove avevamo previsto di fermarci a dormire abbiamo trovato il passo di Mondonedo una salita che ricorderemo per sempre. 14 km per raggiungere la vetta ed in cima la sorpresa: non c’era posto per dormire, dobbiamo ripartire, non è possibile siamo sfiniti il prossimo paese è a 20 km, nulla se sei fresco tantissimi quando sei stanco. Ripartiamo, ad ogni hotel mi fermo per chiedere se c’è posto ma non si trova nulla, chiedo a Marisa di provare lei magari hanno pietà di una donna stanca, ma nulla, non si trova da dormire. Non è tardi: sono le 4 di pomeriggio ma per noi è ora di fermarsi. Finalmente dopo due ore avviviamo a Vilalba troviamo tre pellegrini che ci indicano l’albergo, ho quasi paura ad entrare, se non c’è posto cosa si fa?

Dopo 138 km 1535 metri dio dislivello abbiamo un posto dove dormire.

 

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Giovedì 13 agosto ore 7,24 si parte. La notte trascorsa è stata la notte più rilassante da quando siamo partiti. Infatti noi avevamo previsto l’arrivo a Santiago per venerdì, invece i km in più di ieri hanno fatto si che mancano solo 123 km da percorrere così anticipiamo ad oggi il nostro arrivo. Purtroppo non vediamo più il mare ed un nebbiolina alla partenza fa si che dobbiamo fermarci per vestirci, quello che abbiamo portato fin ora nelle borse  è servito a qualcosa. Le prime ore passano tranquille ci fermiamo spesso non abbiamo poi tanta fretta. Per mangiare ci fermiamo più del solito ma pian piano ci avviciniamo e il nostro viaggio sta per finire non avremo più quei momenti di pace e serenità e raccoglimento che hai quando sei sul cammino. Per arrivare sul monte Do Gozo facciamo un pezzo a piedi spingendo le nostre bici, ci fermiamo, cerchiamo di vedere Santiago: si intravede appena pian piano scendiamo e finalmente si vedono le torri della cattedrale. Ci siamo! Alle 15 in punto entriamo in cattedrale. Ancora una volta il nostro cammino era terminato. Credeteci eravamo dispiaciuti. Ci fermiamo in preghiera ed in un lungo silenzioso abbraccio il viavai di pellegrini ti fa capire tante cose che solo lì puoi capire.

123 km con 1125 metri di dislivello.

 

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Alla sera dopo aver trovato da dormire questa volta in albergo passeggiamo per Santiago, ceniamo e ci mettiamo in fila per l’ultimo timbro sulla credenziale. Dopo un ora di attesa ecco il timbro ed alla domanda del perché abbiamo fatto il cammino la risposta è stata per la fede ma non solo. Chiedo alla ragazza che sta compilando la credenziale se siano arrivate altre “Ragazze del 49” in bicicletta la ragazza spagnola mi guarda come per dire “Mi sta prendendo in giro?” poi guarda Marisa, chiede l’età, rimane perplessa, chiede se è mia moglie certo che si rispondo, lei è fortunato ad avere una moglie così è l’unica arrivata. Bravissima!

 

Il giorno dopo solito tram tram per il ritorno ad Irun, prima di fare un salto a Finistrerre. Purtroppo non ci sono treni che trasportano bici, ci tocca noleggiare un auto e ne approfittiamo per passare da La Coruna per gustarci un ultimo piatto di polipo.

Sabato sulla strada  del ritorno passando a pochi km da Lourdes non possiamo non fermarci ed è li che accendiamo l’ultima candela per noi e per tutti i nostri cari.

                                                                        Cecilio    

 

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