Quest’anno
non è stato mio marito a chiedermi di andare con
lui sul Cammino, ma era un impegno che ci eravamo
riproposti al ritorno dal nostro primo viaggio.
Un
pellegrinaggio ha sempre dei momenti di riflessione
e credetemi quando si è soli in quei luoghi sperduti
come il cammino del nord, si vivono emozioni che
non si provano nella vita di tutti i giorni.
Il
cammino si snoda sulla costa della Spagna, in parte
sull’oceano atlantico. Quell’oceano che ogni tanto
mio marito per distrarmi dalla fatica delle salite
scherzosamente diceva che era il “suo” e spesso
mi indicava con il dito dove fosse New York. Infatti
nel 2008 in quel periodo eravamo esattamente dall’altra
parte, ma quella è un’altra storia.
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In
quei luoghi, al contatto con moltissimi pellegrini
nella maggior parte giovani, i quali scelgono di
fare il cammino a piedi, è come vivere al di fuori
del mondo. Un mondo fatto di piccole cose, non si
notano e non si vedono differenze o ceti sociali.
In quei luoghi di fede e di pace si è tutti uguali.
Si
dorme negli “albergue del pellegrino”. Come si arriva
c’è “l’ospitalero” che chiede la “credenziale” per
la registrazione: nome, cognome data di nascita
e il perchè si fa il cammino. Alla domanda sulla
data di nascita mio marito chiedeva sempre se cerano
altri sessantenni sul cammino. Quella domanda in
parte non mi piaceva, ma in parte ero contenta di
sentirmi dire che ero la sola di quell’età. Mio
marito rispondeva che era il suo regalo per i miei
sessant'anni.
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Ma
noi non eravamo lì per quello. Prima e dopo cena
ci si ritrova con gli altri pellegrini dopo una
giornata di cammino. Ci si racconta la giornata,
ci si chiede il perchè si è li sul cammino piuttosto
che altrove. Non si è li per fuggire da qualcosa
o da qualcuno, ma si è li perchè solo in quei luoghi,
puoi trovare quei momenti di pace, serenità e tranquillità
che quando sei a casa nella vita quotidiana è impossibile
ritagliarsi.
Marisa
Anche
questa volta mia moglie è stata bravissima. Lei
che va in bici solo il sabato e la domenica ha percorso
900 km in otto giorni con più di 9000 metri di dislivello.
E’ pur vero che non siamo partiti allo sbaraglio,
non eravamo al nostro primo viaggio, ma le difficoltà
del percorso, il carico delle borse sulle bici anche
se avevamo il minimo indispensabile il bagaglio
pesava più di 32 kg. ed in salita si facevano sentire.
Più volte ci ha costretti a soste non programmate.
Soste che ci hanno permesso di ammirare splendidi
panorami. E l’arrivo sulla piazza di Santiago, la
vista della cattedrale ci ha ripagato di tutte le
difficoltà del viaggio. Il nostro cammino inizia
mercoledì 5 agosto con un lungo viaggio in auto
da casa ad Irun, paese sul confine della Spagna
con la Francia, da dove parte il cammino del nord
il più antico e forse il primo che ha percorso san
Giacomo.
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Dopo
aver sistemato la macchina in un parcheggio speriamo
sicuro rimarrà li fino al nostro ritorno che non
sappiamo quando sarà, abbiamo preparato le nostre
bici con molta cura saranno le nostre compagne di
viaggio fino a Santiago. Trovato l’albergo del pellegrino
ci siamo procurati la “Credenziale” che ci permetterà
di dormire negli alberghi ed alla fine certificherà
il nostro cammino. Dopo aver cenato, un improvviso
temporale ha interrotto la nostra passeggiata per
IRUN e ci ha costretti al rientro anticipato. Abbiamo
fatto conoscenza con i nostri compagni di camerata,
una coppietta di giovani. E’ stata l’unica camera
con 4 posti letto che abbiamo trovato su tutto il
cammino. Abbiamo chiacchierato poco, la stanchezza
del viaggio ha fatto si che alle 22 si spegnessero
le luci e tutti a letto.
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Giovedì
6 agosto sveglia alle 6. Ci vuole tempo per gli
ultimi preparativi e la colazione, poi alle 7,32
siamo partiti. Prima di partire continuavo a controllare
le bici aspettavo che qualcuno partisse prima di
noi ma nessuno si muoveva. E’ in quei momenti che
mia moglie sa leggere nei mie pensieri: “Cosa continui
a controllare partiamo o no!” Dopo un ultimo controllo
alla carta di viaggio si parte, lasciato alle spalle
Irun appena prima di San Sebastiàn ecco la prima
foratura alla ruota anteriore di Marisa. L’altra
volta aveva forato l’ultimo giorno, questa volta
il primo, così siamo apposto per tutto il viaggio,
ha indovinato.
Dopo
110 km e 900 metri di dislivello siamo a Markina.
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Venerdì
7 agosto partiamo alle 7,58 ci vuole sempre troppo
tempo al mattino per rimettere il tutto nelle borse,
lenzuola sacco a pelo, salviette; farci stare tutto
quello che si è tolto la sera è un impresa. Chi
cammina si veste uguale sia di giorno che di sera,
noi in bici abbiamo abbigliamento da ciclista, pertanto
doppio vestiario poi caricare il tutto sulla bici
legarlo in modo che non si muova richiede tempo.
I primi giorni ci vuole molto di più, poi ci si
prende la mano e va meglio. Ma siamo un po' preoccupati:
il cielo è minaccioso, dobbiamo fare un bel pezzo
di salita e si mette a piovere un pioggerella che
non disturba più di tanto, siamo attrezzati: abbiamo
il giubbino in goretex così rimaniamo asciutti.
Oggi abbiamo lasciato in parte la costa per passare
da Bilbao. Ci siamo fermati un bel pò ma ci vorrebbe
più tempo per visitarla, ma noi siamo presi dal
nostro cammino: la nostra meta è Santiago.
Arriviamo
a Pobena dopo 95 km e 840 metri di dislivello.
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Sabato
8 agosto si parte alle 7,38. Volevamo partire un
pò prima perchè, oggi arriveremo a Santander, un
bella città e vorremmo farci un bel giro ma sarà
che è il terzo giorno e la fatica comincia a farsi
sentire e ogni tanto il dubbio di non farcela ci
assale, senza dircelo più volte abbiamo pensato
di rinunciare noleggiare un auto e tornare a Irun.
Ci salva il magnifico panorama e le condizione del
tempo mai caldissimo sempre lì per lì che si metta
a piovere, ma poi ritorna il sole, un clima
ideale per andare in bicicletta. E’ il percorso
che rallenta il nostro pedalare. Lo credevamo pianeggiante
essendo sul mare invece si rivela difficile con
tutti i saliscendi senza un attimo di respiro. Ci
salva la traversata con il traghetto che ci porta
a Santander. Trovato l’albergo del pellegrino mia
moglie sale per vedere se c’è posto io l’aspetto
sotto due rampe di scale con le borse se non ci
fosse posto non ho voglia di farle. Marisa tarda
ad arrivare quando scende la bella notizia c’è posto
e “l’ospitalero” è italiano, di più “napoletano”.
In mia presenza in cambio di un bacio da Marisa
ci riserva un bel posto ventilato. Grazie Vittorio.
Alla sera dopo cena passeggiata sotto la pioggia
e speriamo che domani ci sia bel tempo.
Arrivo
a Santander dopo 96 km con 970 metri di dislivello.
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Domenica
9 agosto ore 7,53 lasciamo Santander in compagnia
di tre ragazze che iniziano li il loro cammino.
Sono arrivate in aereo ed hanno comprato le bici
in Spagna. Chissà mai se saranno arrivate alla loro
meta. Non erano mai salite in sella ed avevano davanti
a loro 600 km. Rimaniamo con loro pochi km a malincuore
ci avviamo la nostra meta è Llanes. ma purtroppo
anche per noi la fatica si fa sentire e ci dobbiamo
fermare a Colombres
Dopo
82 km con 1030 metri di dislivello.
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Lunedì
10 agosto ore 7,48 la strada fino a Llanes. tranne
un strappetto. è favorevole. Il riposo di ieri si
fa sentire e la nostra pedalata è sciolta, si va
che è un piacere, in un baleno abbiamo davanti ai
nostri occhi un spettacolo bellissimo l’Avenida
de San Pedro e poco dopo La Isla, la spiaggia della
Vega. Ci fermiamo e riposiamo un pò, ci aspetta
la valle di Peòn, oltre c’è Gijon, la nostra meta
per il quarto giorno. In un pezzo in salita squilla
il mio cellulare, - Cecilio sono Gianfranco Fanton
vieni stasera in comitato che c’è l’amico Giacomo
Mora che vuole andare a Roma in bicicletta e vuole
informazioni sul percorso, e facciamo un'itervista
per BG TV. Salutami Giacomo ma purtroppo non posso
sono in pellegrinaggio a Santiago. Quando arriva
una telefonata sembra che accorci la strada, arriviamo
tranquilli a Gijon. Ormai siamo a più della meta
del nostro viaggio.
Arriviamo
a Gijon dopo 136 km con 1240 metri di dislivello.
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Martedì
11 agosto ore 7,52 sarà strano ma partiamo sempre
più o meno a quell’orario, ormai al mattino fare
i bagagli è una formalità. Tutte le mattine mia
moglie mi fa i complimenti per come sistemo il bagaglio
sulle bici, le nostre compagne di viaggio che fin
ora non hanno dato segni di cedimento. Dopo la tensione
dei primi giorni ora è bello partire anche se non
sappiamo dove mangeremo, dove dormiremo e chi incontreremo.
La nostra meta per oggi è Luarca-Alnuna e ci arriviamo,
ma purtroppo c’è un solo posto per dormire e decidiamo
di fermarci comunque, vorrà dire che io dormirò
su un materasso di fortuna. Girando nella camerata
vedo che ci sono delle valige sui letti, mai visto
dei pellegrini a piedi con delle valige, all’arrivo
avevo notato un pullmino ma credevo fosse quello
della scuola invece erano dei pellegrini giunti
lì con il loro mezzo ed avevano occupato tutto.
All’arrivo del responsabile li ha fatti spostare,
la precedenza è per chi arriva a piedi
e chi in bici: quella notte ho dormito benissimo.
Arrivo
ad Almuna dopo 122 km e 1425 metri di dislivello.
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Mercoledì
12 agosto ore 7,52 oggi arriveremo in Galicia,
la regione famosa per il suo piatto tipico il polipo.
E’ l’ultimo giorno che costeggeremo l’oceano e questo
ci spiace. La prima parte del percorso è bellissimo
fino a Ribadeo, il panorama è stupendo. L’unica
cosa che spiace è che da quando siamo partiti da
Irun abbiamo trovato pochissime chiese aperte, per
non dire nessuna; noi siamo in pellegrinaggio ed
il pellegrino ha bisogno di luoghi per fermarsi
a pregare e meditare, in assenza di chiese quando
ci fermavamo per mangiare più volte abbiamo detto
il santo rosario. Tutte le mattine alla partenza
Marisa diceva l’Avemaria alla Madonna delle Rose
protettrice dei pellegrini. E noi li eravamo pellegrini.
A Ribadeo abbiamo attraversato il ponte De Los Angeles,
un ponte bellissimo e da lì in poi abbiamo lasciato
il mare non prima di esserci fermati a gustare un
bel piatto di polipo. Da Laurenzà a Gontàn, dove
avevamo previsto di fermarci a dormire abbiamo trovato
il passo di Mondonedo una salita che ricorderemo
per sempre. 14 km per raggiungere la vetta ed in
cima la sorpresa: non c’era posto per dormire, dobbiamo
ripartire, non è possibile siamo sfiniti il prossimo
paese è a 20 km, nulla se sei fresco tantissimi
quando sei stanco. Ripartiamo, ad ogni hotel mi
fermo per chiedere se c’è posto ma non si trova
nulla, chiedo a Marisa di provare lei magari hanno
pietà di una donna stanca, ma nulla, non si trova
da dormire. Non è tardi: sono le 4 di pomeriggio
ma per noi è ora di fermarsi. Finalmente dopo due
ore avviviamo a Vilalba troviamo tre pellegrini
che ci indicano l’albergo, ho quasi paura ad entrare,
se non c’è posto cosa si fa?
Dopo
138 km 1535 metri dio dislivello abbiamo un posto
dove dormire.
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Giovedì
13 agosto ore 7,24 si parte. La notte trascorsa
è stata la notte più rilassante da quando siamo
partiti. Infatti noi avevamo previsto l’arrivo a
Santiago per venerdì, invece i km in più di ieri
hanno fatto si che mancano solo 123 km da percorrere
così anticipiamo ad oggi il nostro arrivo. Purtroppo
non vediamo più il mare ed un nebbiolina alla partenza
fa si che dobbiamo fermarci per vestirci, quello
che abbiamo portato fin ora nelle borse è
servito a qualcosa. Le prime ore passano tranquille
ci fermiamo spesso non abbiamo poi tanta fretta.
Per mangiare ci fermiamo più del solito ma pian
piano ci avviciniamo e il nostro viaggio sta per
finire non avremo più quei momenti di pace e serenità
e raccoglimento che hai quando sei sul cammino.
Per arrivare sul monte Do Gozo facciamo un pezzo
a piedi spingendo le nostre bici, ci fermiamo, cerchiamo
di vedere Santiago: si intravede appena pian piano
scendiamo e finalmente si vedono le torri della
cattedrale. Ci siamo! Alle 15 in punto entriamo
in cattedrale. Ancora una volta il nostro cammino
era terminato. Credeteci eravamo dispiaciuti. Ci
fermiamo in preghiera ed in un lungo silenzioso
abbraccio il viavai di pellegrini ti fa capire tante
cose che solo lì puoi capire.
123
km con 1125 metri di dislivello.

Alla
sera dopo aver trovato da dormire questa volta in
albergo passeggiamo per Santiago, ceniamo e ci mettiamo
in fila per l’ultimo timbro sulla credenziale. Dopo
un ora di attesa ecco il timbro ed alla domanda
del perché abbiamo fatto il cammino la risposta
è stata per la fede ma non solo. Chiedo alla ragazza
che sta compilando la credenziale se siano arrivate
altre “Ragazze del 49” in bicicletta la ragazza
spagnola mi guarda come per dire “Mi sta prendendo
in giro?” poi guarda Marisa, chiede l’età, rimane
perplessa, chiede se è mia moglie certo che si rispondo,
lei è fortunato ad avere una moglie così è l’unica
arrivata. Bravissima!
Il
giorno dopo solito tram tram per il ritorno ad Irun,
prima di fare un salto a Finistrerre. Purtroppo
non ci sono treni che trasportano bici, ci tocca
noleggiare un auto e ne approfittiamo per passare
da La Coruna per gustarci un ultimo piatto di polipo.
Sabato
sulla strada del ritorno passando a pochi
km da Lourdes non possiamo non fermarci ed è li
che accendiamo l’ultima candela per noi e per tutti
i nostri cari.
Cecilio
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